L’uomo necessita sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente corretta. Ha bisogno di umanità. Ha bisogno dell’attenzione del cuore. Dobbiamo distinguerci per il fatto che non ci limitiamo ad eseguire in modo abile la cosa conveniente al momento, ma ci dedichiamo all’altro con le attenzioni suggerite dal cuore, in modo che questi sperimenti la nostra ricchezza di umanità. Perciò, oltre alla preparazione professionale è necessaria anche, e soprattutto, la «formazione del cuore».
La Misericordia è un sodalizio di volontariato avente per scopo la costante affermazione della carità e della fraternità cristiana attraverso la testimonianza delle opere di Misericordia spirituali e corporali, in soccorso dei singoli e delle collettività contribuendo alla formazione delle coscienze secondo l’insegnamento del Vangelo e della Chiesa Apostolica Romana. Queste sono le parole che identificano al meglio lo spirito che guida quotidianamente l’operato delle Confraternite sparse in tutta Italia.
Il volontario è la persona più importante, elemento basilare ed essenziale per perseguire le finalità e gli scopi su cui poggia ogni Misericordia. L’immagine simbolo del Confratello di Misericordia è quella ritratta dal maestro Pietro Annigoni in un affresco pittorico alto oltre due metri che adorna la facciata della Misericordia di Firenze in Piazza Duomo, al lato del campanile di Giotto. Questa rappresenta un Confratello della Misericordia che con l’apposita gerla (detta “zana”) sta trasportando un ammalato.
L’immagine è ritratta di spalle. E così il volto che appare non è quello del Confratello, che resta coperto dall’anonimato, ma quello dell’ammalato in cui egli quasi si fonde. Sullo sfondo sono ben riconoscibili le lettere gotiche FM che compongono il simbolo della Fraternità delle Misericordie. Perché, oggi come allora, al termine di ogni servizio, la sola ricompensa che ogni Confratello di Misericordia possa ricevere da Dio per bocca di un fratello sconosciuto è “che Iddio te ne renda merito.”